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IL CAMBIO CLIMATICO E I PIANI DI ADATTAMENTO

Negli ultimi numeri della Gazzetta è stato affrontato il complesso tema del Cambiamento Climatico e degli effetti che sta avendo sui territori, sulle popolazioni, sulle molteplici attività produttive e quindi sull’economia.  Si è accennato alle possibili e auspicabili politiche che ogni Paese dovrà attuare per ridurre e mitigare, in maniera efficace e sostenibile, i tanti rischi associati.

In questo senso i Governi di moltissimi Paesi hanno da tempo costituito Organismi dedicati e redatto “Piani di Azione”. Definendo obiettivi e strategie; individuando gli specifici settori coinvolti, i soggetti attuatori e i differenti stackholder; promuovendo e sviluppando rapporti e relazioni con Istituzioni di Ricerca e Università. Consapevoli che solo costruendo un network scientifico e tecnico di alto livello, la sfida che il Cambio Climatico sta rappresentando per il mondo intero, potrà essere affrontata con la concreta speranza di ottenere adeguati risultati.

Anche i Paesi dell’area centroamericana, si sono dotati di Piani come quelli sopra accennati. Il Guatemala, in particolare, ha prodotto e costantemente aggiorna il proprio PANCC, Plan de Accion National de Cambio Climatico. Un Piano con obiettivi e azioni ben definite e coerenti per ridurre la vulnerabilità della popolazione, degli ambienti naturali e antropici. 

È a tutti evidente, dunque, come i Piani di Adattamento siano una logica conseguenza a questi Piani sovraordinati, garantendo, alle differenti scale a cui sono redatti, una tangibile attuazione degli obiettivi dei Piani nazionali. 

Utile ricordare come un Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici (PACC), ha la prioritaria finalità di implementare specifiche azioni per mitigare i rischi comunque derivanti dal climate change; deve garantire il miglioramento della capacità di adattamento dei sistemi naturali e socioeconomici, nonché indicare eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.

La struttura di questo strumento di pianificazione comprende alcune sezioni “chiave”, tra cui il quadro giuridico di riferimento, quello climatico nazionale e locale, gli impatti sull’ambiente naturale e antropico, le vulnerabilità settoriali. Ovvero garantire una vision a breve, medio e lungo termine dell’area interessata da Piano stesso.

La figura n. 1 evidenzia il percorso necessario per la realizzazione di un piano di adattamento alle differenti scale spaziali. 

Resta il problema, però, di “collegare” politiche e strategie globali con azioni “locali”. Con questo obiettivo, nel 2008, in Europa, è nato il “Patto dei Sindaci”, un’iniziativa della Commissione Europea per creare un network permanente tra le città che intendono avviare un insieme coordinato di iniziative per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli obiettivi ed il campo di azione dell’iniziativa si sono progressivamente estesi nel corso del tempo. Nel 2015, attraverso la fusione con l’iniziativa gemella Mayors Adapt, ha avuto avvio il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia, e agli obiettivi di mitigazione si sono aggiunti quelli nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici. 

Sono nate nuove forme di accordo e collaborazione tra Enti e Istituzioni locali come i “contratti di fiume, lago e costa”; strumenti comuni di partecipazione che puntano a sostenere la costruzione di una visione e di una governance condivise rispetto alla riqualificazione dei territori interessati da bacini idrografici più o meno estesi. Tali azioni e i processi connessi vanno declinati in maniera differenziata nei diversi contesti geografici ed amministrativi, e sono volti a elaborare un progetto coerente con le esigenze, problematiche, aspettative e potenzialità che il territorio esprime. Il World Water Forum definisce i contratti di fiume come forme di accordo che permettono di "adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale e per migliorare la qualità della vita".

Le possibilità appena descritte hanno l’obiettivo di pianificare azioni di adattamento specifiche per ogni settore analizzato.

Se tutto ciò rappresenta la necessaria e indispensabile “cornice”, siamo tuttavia ancora lontani dagli obiettivi prefissati. Manca, ad esempio, una conoscenza approfondita delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche dei territori; C’è una forte carenza di dati climatici con risoluzione spaziale adeguata, reti di monitoraggio sulle pericolosità naturali, alla base delle condizioni di rischio, talora elevate, in cui versano tantissimi territori ad alta antropizzazione.

Servono dunque investimenti, anche e soprattutto nella formazione tecnico-scientifica e professionale di chi è chiamato a dare il proprio contributo in questo complesso e variegato processo di pianificazione per la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. È auspicabile un coinvolgimento di tutti gli stackholder, del settore pubblico e privato. Degli imprenditori delle filiere agro-alimentari, in particolare nei Paesi, come appunto quelli centro americani, la cui economia è fortemente incentrata su questo settore.

Infine, è indispensabile sviluppare la cooperazione internazionale, lo scambio e la condivisione di dati, metodologie, esperienze. Perché cooperare diventi una precisa strategia e non solo una scelta.

Massimiliano Fazzini e Mario L. Rainone

....................

CAMBIO CLIMÁTICO Y PLANES DE ADAPTACIÓN

En los últimos números de la Gazzetta se ha abordado el complejo tema del Cambio Climático y los efectos que está teniendo en los territorios, las poblaciones, las múltiples actividades productivas y por tanto en la economía. Mencionamos las políticas posibles y deseables que cada país deberá implementar para reducir y mitigar, de manera efectiva y sostenible, los múltiples riesgos asociados. 

En este sentido, los gobiernos de muchos países han establecido desde hace tiempo órganos específicos y elaborado "planes de acción". Definiendo los objetivos y las estrategias; identificando los sectores específicos involucrados, las entidades implementadoras y los diferentes actores; promoviendo y desarrollando relaciones con instituciones de investigación y universidades.

Conscientes de que sólo construyendo una red científica y técnica de alto nivel se podrá afrontar el desafío que el Cambio Climático está representando para el mundo entero con la esperanza concreta de obtener resultados adecuados. 

Los países del área centroamericana también tienen planes como los mencionados anteriormente.Guatemala, en particular, ha elaborado y actualiza constantemente su PANCC, Plan de Acción Nacional de Cambio Climático. Un Plan con objetivos y acciones bien definidos y coherentes para reducir la vulnerabilidad de la población, los entornos naturales y antrópicos.

Para todos está claro, por tanto, cómo los Planes de Adaptación son una consecuencia lógica de estos Planes superiores, garantizando, en las diferentes escalas en las que se elaboran, una implementación tangible de los objetivos de los Planes nacionales. Conviene recordar que un Plan de Adaptación al Cambio Climático (PACC) tiene como objetivo principal implementar acciones específicas para mitigar los riesgos derivados del cambio climático; debe garantizar la mejora de la capacidad adaptativa de los sistemas naturales y socioeconómicos, así como señalar las oportunidades que puedan surgir con las nuevas condiciones climáticas. 

La estructura de esta herramienta de planificación incluye algunas secciones “clave”, entre ellas el marco legal de referencia, el marco climático nacional y local, los impactos sobre el medio natural y antrópico y las vulnerabilidades sectoriales. Es decir, garantizar una visión a corto, medio y largo plazo del ámbito afectado por el propio Plan. Figura no. 1 destaca el camino necesario para la creación de un plan de adaptación a diferentes escalas espaciales.

Sin embargo, persiste el problema de "conectar" las políticas y estrategias globales con acciones "locales".Con este objetivo, en 2008 nació en Europa el "Pacto de los Alcaldes", una iniciativa de la Comisión Europea para crear una red permanente entre ciudades que pretenden poner en marcha un conjunto coordinado de iniciativas para combatir los efectos del cambio climático. Los objetivos y el alcance de la iniciativa se han ido ampliando progresivamente con el tiempo. En 2015, mediante la fusión con la iniciativa hermana Mayors Adapt, se lanzó el nuevo Pacto de los Alcaldes por el Clima y la Energía y se sumaron a los objetivos de mitigación aquellos en el ámbito de la adaptación al cambio climático. Han surgido nuevas formas de acuerdo y colaboración entre organismos e instituciones locales, como los “contratos fluviales, lacustres y costeros”; herramientas de participación común que tienen como objetivo apoyar la construcción de una visión y una gobernanza compartida respecto de la reurbanización de los territorios afectados por cuencas fluviales más o menos extensas. Estas acciones y procesos relacionados deben implementarse de manera diferenciada en los diferentes contextos geográficos y administrativos, y están encaminados a desarrollar un proyecto coherente con las necesidades, problemas, expectativas y potencialidades que expresa el territorio. El Word Water Forum define los contratos fluviales como formas de acuerdo que permiten "la adopción de un sistema de normas en el que los criterios de utilidad pública, desempeño económico, valor social y sostenibilidad ambiental intervienen por igual en la búsqueda de soluciones efectivas para la reurbanización de un río". cuenca y mejorar la calidad de vida". Las posibilidades recién descritas tienen como objetivo planificar acciones de adaptación específicas para cada sector analizado.

Si todo esto representa el "marco" necesario e indispensable, todavía estamos lejos de los objetivos fijados.Por ejemplo, falta un conocimiento profundo de las características geológicas, geomorfológicas e hidrogeológicas de los territorios; Hay una gran falta de datos climáticos con una resolución espacial adecuada y de redes de monitoreo de los peligros naturales, que subyacen a las condiciones de riesgo, a veces elevadas, que enfrentan muchos territorios altamente antropizados. 

Se necesitan, por tanto, inversiones, también y sobre todo en la formación técnico-científica y profesional de quienes están llamados a aportar su contribución en este complejo y variado proceso de planificación para la mitigación y adaptación al cambio climático. Es deseable la participación de todos los accionistas, tanto del sector público como del privado. De los emprendedores de las cadenas de suministro agroalimentarias, particularmente en países, como los de Centroamérica, cuya economía está fuertemente centrada en este sector. 

Finalmente, es esencial desarrollar la cooperación internacional, el intercambio y la puesta en común de datos, metodologías y experiencias. Para que la cooperación se convierta en una estrategia precisa y no sólo en una elección.

Massimiliano Fazzini y Mario L. Rainone 









  • IL CAMBIO CLIMATICO E I PIANI DI ADATTAMENTO

    Negli ultimi numeri della Gazzetta è stato affrontato il complesso tema del Cambiamento Climatico e degli effetti che sta avendo sui territori, sulle popolazioni, sulle molteplici attività produttive e quindi sull’economia.  Si è accennato alle possibili e auspicabili politiche che ogni Paese dovrà attuare per ridurre e mitigare, in maniera efficace e sostenibile, i tanti rischi associati.

    In questo senso i Governi di moltissimi Paesi hanno da tempo costituito Organismi dedicati e redatto “Piani di Azione”. Definendo obiettivi e strategie; individuando gli specifici settori coinvolti, i soggetti attuatori e i differenti stackholder; promuovendo e sviluppando rapporti e relazioni con Istituzioni di Ricerca e Università. Consapevoli che solo costruendo un network scientifico e tecnico di alto livello, la sfida che il Cambio Climatico sta rappresentando per il mondo intero, potrà essere affrontata con la concreta speranza di ottenere adeguati risultati.

    Anche i Paesi dell’area centroamericana, si sono dotati di Piani come quelli sopra accennati. Il Guatemala, in particolare, ha prodotto e costantemente aggiorna il proprio PANCC, Plan de Accion National de Cambio Climatico. Un Piano con obiettivi e azioni ben definite e coerenti per ridurre la vulnerabilità della popolazione, degli ambienti naturali e antropici. 

    È a tutti evidente, dunque, come i Piani di Adattamento siano una logica conseguenza a questi Piani sovraordinati, garantendo, alle differenti scale a cui sono redatti, una tangibile attuazione degli obiettivi dei Piani nazionali. 

    Utile ricordare come un Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici (PACC), ha la prioritaria finalità di implementare specifiche azioni per mitigare i rischi comunque derivanti dal climate change; deve garantire il miglioramento della capacità di adattamento dei sistemi naturali e socioeconomici, nonché indicare eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.

    La struttura di questo strumento di pianificazione comprende alcune sezioni “chiave”, tra cui il quadro giuridico di riferimento, quello climatico nazionale e locale, gli impatti sull’ambiente naturale e antropico, le vulnerabilità settoriali. Ovvero garantire una vision a breve, medio e lungo termine dell’area interessata da Piano stesso.

    La figura n. 1 evidenzia il percorso necessario per la realizzazione di un piano di adattamento alle differenti scale spaziali. 

    Resta il problema, però, di “collegare” politiche e strategie globali con azioni “locali”. Con questo obiettivo, nel 2008, in Europa, è nato il “Patto dei Sindaci”, un’iniziativa della Commissione Europea per creare un network permanente tra le città che intendono avviare un insieme coordinato di iniziative per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli obiettivi ed il campo di azione dell’iniziativa si sono progressivamente estesi nel corso del tempo. Nel 2015, attraverso la fusione con l’iniziativa gemella Mayors Adapt, ha avuto avvio il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia, e agli obiettivi di mitigazione si sono aggiunti quelli nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici. 

    Sono nate nuove forme di accordo e collaborazione tra Enti e Istituzioni locali come i “contratti di fiume, lago e costa”; strumenti comuni di partecipazione che puntano a sostenere la costruzione di una visione e di una governance condivise rispetto alla riqualificazione dei territori interessati da bacini idrografici più o meno estesi. Tali azioni e i processi connessi vanno declinati in maniera differenziata nei diversi contesti geografici ed amministrativi, e sono volti a elaborare un progetto coerente con le esigenze, problematiche, aspettative e potenzialità che il territorio esprime. Il World Water Forum definisce i contratti di fiume come forme di accordo che permettono di "adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale e per migliorare la qualità della vita".

    Le possibilità appena descritte hanno l’obiettivo di pianificare azioni di adattamento specifiche per ogni settore analizzato.

    Se tutto ciò rappresenta la necessaria e indispensabile “cornice”, siamo tuttavia ancora lontani dagli obiettivi prefissati. Manca, ad esempio, una conoscenza approfondita delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche dei territori; C’è una forte carenza di dati climatici con risoluzione spaziale adeguata, reti di monitoraggio sulle pericolosità naturali, alla base delle condizioni di rischio, talora elevate, in cui versano tantissimi territori ad alta antropizzazione.

    Servono dunque investimenti, anche e soprattutto nella formazione tecnico-scientifica e professionale di chi è chiamato a dare il proprio contributo in questo complesso e variegato processo di pianificazione per la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. È auspicabile un coinvolgimento di tutti gli stackholder, del settore pubblico e privato. Degli imprenditori delle filiere agro-alimentari, in particolare nei Paesi, come appunto quelli centro americani, la cui economia è fortemente incentrata su questo settore.

    Infine, è indispensabile sviluppare la cooperazione internazionale, lo scambio e la condivisione di dati, metodologie, esperienze. Perché cooperare diventi una precisa strategia e non solo una scelta.

    Massimiliano Fazzini e Mario L. Rainone

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    CAMBIO CLIMÁTICO Y PLANES DE ADAPTACIÓN

    En los últimos números de la Gazzetta se ha abordado el complejo tema del Cambio Climático y los efectos que está teniendo en los territorios, las poblaciones, las múltiples actividades productivas y por tanto en la economía. Mencionamos las políticas posibles y deseables que cada país deberá implementar para reducir y mitigar, de manera efectiva y sostenible, los múltiples riesgos asociados. 

    En este sentido, los gobiernos de muchos países han establecido desde hace tiempo órganos específicos y elaborado "planes de acción". Definiendo los objetivos y las estrategias; identificando los sectores específicos involucrados, las entidades implementadoras y los diferentes actores; promoviendo y desarrollando relaciones con instituciones de investigación y universidades.

    Conscientes de que sólo construyendo una red científica y técnica de alto nivel se podrá afrontar el desafío que el Cambio Climático está representando para el mundo entero con la esperanza concreta de obtener resultados adecuados. 

    Los países del área centroamericana también tienen planes como los mencionados anteriormente.Guatemala, en particular, ha elaborado y actualiza constantemente su PANCC, Plan de Acción Nacional de Cambio Climático. Un Plan con objetivos y acciones bien definidos y coherentes para reducir la vulnerabilidad de la población, los entornos naturales y antrópicos.

    Para todos está claro, por tanto, cómo los Planes de Adaptación son una consecuencia lógica de estos Planes superiores, garantizando, en las diferentes escalas en las que se elaboran, una implementación tangible de los objetivos de los Planes nacionales. Conviene recordar que un Plan de Adaptación al Cambio Climático (PACC) tiene como objetivo principal implementar acciones específicas para mitigar los riesgos derivados del cambio climático; debe garantizar la mejora de la capacidad adaptativa de los sistemas naturales y socioeconómicos, así como señalar las oportunidades que puedan surgir con las nuevas condiciones climáticas. 

    La estructura de esta herramienta de planificación incluye algunas secciones “clave”, entre ellas el marco legal de referencia, el marco climático nacional y local, los impactos sobre el medio natural y antrópico y las vulnerabilidades sectoriales. Es decir, garantizar una visión a corto, medio y largo plazo del ámbito afectado por el propio Plan. Figura no. 1 destaca el camino necesario para la creación de un plan de adaptación a diferentes escalas espaciales.

    Sin embargo, persiste el problema de "conectar" las políticas y estrategias globales con acciones "locales".Con este objetivo, en 2008 nació en Europa el "Pacto de los Alcaldes", una iniciativa de la Comisión Europea para crear una red permanente entre ciudades que pretenden poner en marcha un conjunto coordinado de iniciativas para combatir los efectos del cambio climático. Los objetivos y el alcance de la iniciativa se han ido ampliando progresivamente con el tiempo. En 2015, mediante la fusión con la iniciativa hermana Mayors Adapt, se lanzó el nuevo Pacto de los Alcaldes por el Clima y la Energía y se sumaron a los objetivos de mitigación aquellos en el ámbito de la adaptación al cambio climático. Han surgido nuevas formas de acuerdo y colaboración entre organismos e instituciones locales, como los “contratos fluviales, lacustres y costeros”; herramientas de participación común que tienen como objetivo apoyar la construcción de una visión y una gobernanza compartida respecto de la reurbanización de los territorios afectados por cuencas fluviales más o menos extensas. Estas acciones y procesos relacionados deben implementarse de manera diferenciada en los diferentes contextos geográficos y administrativos, y están encaminados a desarrollar un proyecto coherente con las necesidades, problemas, expectativas y potencialidades que expresa el territorio. El Word Water Forum define los contratos fluviales como formas de acuerdo que permiten "la adopción de un sistema de normas en el que los criterios de utilidad pública, desempeño económico, valor social y sostenibilidad ambiental intervienen por igual en la búsqueda de soluciones efectivas para la reurbanización de un río". cuenca y mejorar la calidad de vida". Las posibilidades recién descritas tienen como objetivo planificar acciones de adaptación específicas para cada sector analizado.

    Si todo esto representa el "marco" necesario e indispensable, todavía estamos lejos de los objetivos fijados.Por ejemplo, falta un conocimiento profundo de las características geológicas, geomorfológicas e hidrogeológicas de los territorios; Hay una gran falta de datos climáticos con una resolución espacial adecuada y de redes de monitoreo de los peligros naturales, que subyacen a las condiciones de riesgo, a veces elevadas, que enfrentan muchos territorios altamente antropizados. 

    Se necesitan, por tanto, inversiones, también y sobre todo en la formación técnico-científica y profesional de quienes están llamados a aportar su contribución en este complejo y variado proceso de planificación para la mitigación y adaptación al cambio climático. Es deseable la participación de todos los accionistas, tanto del sector público como del privado. De los emprendedores de las cadenas de suministro agroalimentarias, particularmente en países, como los de Centroamérica, cuya economía está fuertemente centrada en este sector. 

    Finalmente, es esencial desarrollar la cooperación internacional, el intercambio y la puesta en común de datos, metodologías y experiencias. Para que la cooperación se convierta en una estrategia precisa y no sólo en una elección.

    Massimiliano Fazzini y Mario L. Rainone