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EL CINE Y LA MOLE EN TURÍN
PATROCINADORES 39° EDICIÓN
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AGRO-ECOLOGIA: UNA SFIDA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

I territori dei Caraibi e dell'istmo centroamericano sono tra i più vulnerabili al mondo. Questa configurazione ad alto rischio deriva da una particolare configurazione geoclimatica che si manifesta attraverso un'ampia gamma di eventi e fenomeni naturali caratterizzati da notevole intensità e che comprende terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, siccità e inondazioni, intrusione salina, tra gli altri.

In particolare, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l'inquinamento innescano una cascata di altre catastrofi ambientali e socioeconomiche come l'insicurezza alimentare, gli ambienti malsani e le malattie, oltre a ingenti perdite materiali. Tutto ciò strettamente correlato alle modalità di gestione del territorio adottate e al suo approccio funzionale. Pertanto, quanto più il territorio sarà considerato un mero supporto per specifiche attività produttive, in particolare l’agricoltura e le grandi monocolture, tanto meno esso sarà in grado di offrire quella multifunzionalità necessaria per la resistenza e la resilienza che oggi gli vengono richieste a gran voce.

In questo contesto, l’agroecologia è uno strumento trasversale che si configura come un elemento di grande importanza per orientare una trasformazione produttiva più sostenibile. Si tratta di un approccio produttivo completo basato su 13 principi, definiti dall'High Level Panel of Experts del Committee on World Food Security, che propongono la transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili. Cioè quei sistemi che non puntano solo alla produzione, ma la integrano nel tessuto socioeconomico e ambientale del territorio, facendone un motore di cambiamento.

Pertanto, in questa visione, oltre a garantire la sicurezza alimentare, la qualità e la disponibilità del cibo, diventa necessario concentrarsi sull'incremento dei servizi ecosistemici prodotti dai territori, tra cui azioni tese a fendere meno impattanti  le perturbazioni atmosferiche, favorire la ricarica delle falde acquifere, applicare metodologie a basso impatto per la decontaminazione dei suoli e delle acque, incentivare la biodiversità agricola, arginare i fenomeni di erosione del suolo, e un lungo “eccetera” che include anche servizi culturali e paesaggistici. Cioè attivare tutti quelle azioni che, attualmente, vengono realizzati prevalentemente nelle aree “protette”, peraltro sempre più frammentate e minacciate, e quindi, meno capaci di reagire agli eventi critici.

E’ dunque arrivato il momento di ri-considerare il territorio come un continuum che va dalle aree urbanizzate a quelle rurali, e raggiunge le aree “protette” naturali in un complesso di azioni di gestione, protezione e valorizzazione multifunzionale, mantenendo l’integrità dei flussi, sia di materia che di energia, rispondendo così alle funzioni ecosistemiche. In altre parole, è quanto mai necessario un forte impegno per uno sviluppo in armonia con la natura e in linea con i principali indirizzi internazionali in materia.

Giuseppe Nerilli PhD

AICS Sede Regionale per il Centro America e i Caraibi

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AGRO-ECOLOGÍA: UN DESAFÍO ANTE EL CAMBIO CLIMÁTICO

 Los territorios del Caribe y del istmo centroamericano se encuentran entre los más vulnerables del mundo.Esta configuración de alto riesgo deriva de un contexto geo climático particular que se manifiesta a través de una amplia gama de eventos y fenómenos naturales caracterizados por una intensidad notable y que incluye sismos, erupciones volcánicas, huracanes, sequías e inundaciones, intrusión salina, entre otros.

En particular, la pérdida de biodiversidad, el cambio climático y la contaminación activan en cascada otros desastres ambientales y socioeconómicos, como la inseguridad alimentaria, ambientes insalubres y enfermedades, además de pérdidas materiales ingentes. Todo esto está estrictamente relacionado con el tipo de manejo que se adopta para el territorio y de su enfoque funcional. Por lo tanto, cuanto más se considere al territorio como un mero soporte de actividades productivas específicas, en particular la agricultura y los grandes monocultivos, menos podrá ofrecer la multifuncionalidad necesaria para la resistencia y resiliencia que hoy tanto se le exigen.

En este contexto, la Agroecología es una herramienta transversal que se configura como elemento de gran importancia para impulsar una transformación productiva más sostenible. Se trata de un enfoque productivo integral, basado en 13 principios, definidos por el Panel de Expertos de Alto Nivel del Comité sobre Seguridad Alimentaria Mundial, con los que se postula la transición hacia sistemas agroalimentarios sostenibles. Es decir, aquellos sistemas que no apuntan sólo a la producción, sino que la integran en el tejido socioeconómico y ambiental del territorio, haciéndola motor del cambio.

Así pues, en esta visión, además de garantizar la seguridad alimentaria, la calidad y la disponibilidad de los alimentos, se hace necesario centrarse en incrementar los servicios ecosistémicos producidos por los territorios, incluyendo acciones encaminadas a reducir el impacto de las perturbaciones atmosféricas, promover la recarga de los acuíferos, aplicar metodologías de bajo impacto para la descontaminación de suelos y aguas, fomentar la biodiversidad agrícola, limitar la erosión del suelo, y un largo “etcétera” que incluye también los servicios culturales y paisajísticos. Es decir, activar todas aquellas acciones que, actualmente, se realizan mayoritariamente en áreas “protegidas” y que además están cada vez más fragmentadas y amenazadas, y por tanto menos capaces de reaccionar ante eventos críticos.

Ha llegado, pues, el momento de reconsiderar el territorio como un “continuum” que va desde las zonas urbanizadas a las rurales, y llega a las áreas naturales "protegidas" en un complejo de acciones multifuncionales de gestión, protección y valorización, manteniendo la integridad de los flujos, tanto de materia y energía, respondiendo así a las funciones del ecosistema. En otras palabras, un fuerte compromiso con el desarrollo en armonía con la naturaleza y en línea con las principales directrices internacionales en la materia es más necesario que nunca.

Giuseppe Nerilli PhD 

AICS Sede Regional para Centroamérica y el Caribe

  • AGRO-ECOLOGIA: UNA SFIDA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

    I territori dei Caraibi e dell'istmo centroamericano sono tra i più vulnerabili al mondo. Questa configurazione ad alto rischio deriva da una particolare configurazione geoclimatica che si manifesta attraverso un'ampia gamma di eventi e fenomeni naturali caratterizzati da notevole intensità e che comprende terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, siccità e inondazioni, intrusione salina, tra gli altri.

    In particolare, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l'inquinamento innescano una cascata di altre catastrofi ambientali e socioeconomiche come l'insicurezza alimentare, gli ambienti malsani e le malattie, oltre a ingenti perdite materiali. Tutto ciò strettamente correlato alle modalità di gestione del territorio adottate e al suo approccio funzionale. Pertanto, quanto più il territorio sarà considerato un mero supporto per specifiche attività produttive, in particolare l’agricoltura e le grandi monocolture, tanto meno esso sarà in grado di offrire quella multifunzionalità necessaria per la resistenza e la resilienza che oggi gli vengono richieste a gran voce.

    In questo contesto, l’agroecologia è uno strumento trasversale che si configura come un elemento di grande importanza per orientare una trasformazione produttiva più sostenibile. Si tratta di un approccio produttivo completo basato su 13 principi, definiti dall'High Level Panel of Experts del Committee on World Food Security, che propongono la transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili. Cioè quei sistemi che non puntano solo alla produzione, ma la integrano nel tessuto socioeconomico e ambientale del territorio, facendone un motore di cambiamento.

    Pertanto, in questa visione, oltre a garantire la sicurezza alimentare, la qualità e la disponibilità del cibo, diventa necessario concentrarsi sull'incremento dei servizi ecosistemici prodotti dai territori, tra cui azioni tese a fendere meno impattanti  le perturbazioni atmosferiche, favorire la ricarica delle falde acquifere, applicare metodologie a basso impatto per la decontaminazione dei suoli e delle acque, incentivare la biodiversità agricola, arginare i fenomeni di erosione del suolo, e un lungo “eccetera” che include anche servizi culturali e paesaggistici. Cioè attivare tutti quelle azioni che, attualmente, vengono realizzati prevalentemente nelle aree “protette”, peraltro sempre più frammentate e minacciate, e quindi, meno capaci di reagire agli eventi critici.

    E’ dunque arrivato il momento di ri-considerare il territorio come un continuum che va dalle aree urbanizzate a quelle rurali, e raggiunge le aree “protette” naturali in un complesso di azioni di gestione, protezione e valorizzazione multifunzionale, mantenendo l’integrità dei flussi, sia di materia che di energia, rispondendo così alle funzioni ecosistemiche. In altre parole, è quanto mai necessario un forte impegno per uno sviluppo in armonia con la natura e in linea con i principali indirizzi internazionali in materia.

    Giuseppe Nerilli PhD

    AICS Sede Regionale per il Centro America e i Caraibi

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    AGRO-ECOLOGÍA: UN DESAFÍO ANTE EL CAMBIO CLIMÁTICO

     Los territorios del Caribe y del istmo centroamericano se encuentran entre los más vulnerables del mundo.Esta configuración de alto riesgo deriva de un contexto geo climático particular que se manifiesta a través de una amplia gama de eventos y fenómenos naturales caracterizados por una intensidad notable y que incluye sismos, erupciones volcánicas, huracanes, sequías e inundaciones, intrusión salina, entre otros.

    En particular, la pérdida de biodiversidad, el cambio climático y la contaminación activan en cascada otros desastres ambientales y socioeconómicos, como la inseguridad alimentaria, ambientes insalubres y enfermedades, además de pérdidas materiales ingentes. Todo esto está estrictamente relacionado con el tipo de manejo que se adopta para el territorio y de su enfoque funcional. Por lo tanto, cuanto más se considere al territorio como un mero soporte de actividades productivas específicas, en particular la agricultura y los grandes monocultivos, menos podrá ofrecer la multifuncionalidad necesaria para la resistencia y resiliencia que hoy tanto se le exigen.

    En este contexto, la Agroecología es una herramienta transversal que se configura como elemento de gran importancia para impulsar una transformación productiva más sostenible. Se trata de un enfoque productivo integral, basado en 13 principios, definidos por el Panel de Expertos de Alto Nivel del Comité sobre Seguridad Alimentaria Mundial, con los que se postula la transición hacia sistemas agroalimentarios sostenibles. Es decir, aquellos sistemas que no apuntan sólo a la producción, sino que la integran en el tejido socioeconómico y ambiental del territorio, haciéndola motor del cambio.

    Así pues, en esta visión, además de garantizar la seguridad alimentaria, la calidad y la disponibilidad de los alimentos, se hace necesario centrarse en incrementar los servicios ecosistémicos producidos por los territorios, incluyendo acciones encaminadas a reducir el impacto de las perturbaciones atmosféricas, promover la recarga de los acuíferos, aplicar metodologías de bajo impacto para la descontaminación de suelos y aguas, fomentar la biodiversidad agrícola, limitar la erosión del suelo, y un largo “etcétera” que incluye también los servicios culturales y paisajísticos. Es decir, activar todas aquellas acciones que, actualmente, se realizan mayoritariamente en áreas “protegidas” y que además están cada vez más fragmentadas y amenazadas, y por tanto menos capaces de reaccionar ante eventos críticos.

    Ha llegado, pues, el momento de reconsiderar el territorio como un “continuum” que va desde las zonas urbanizadas a las rurales, y llega a las áreas naturales "protegidas" en un complejo de acciones multifuncionales de gestión, protección y valorización, manteniendo la integridad de los flujos, tanto de materia y energía, respondiendo así a las funciones del ecosistema. En otras palabras, un fuerte compromiso con el desarrollo en armonía con la naturaleza y en línea con las principales directrices internacionales en la materia es más necesario que nunca.

    Giuseppe Nerilli PhD 

    AICS Sede Regional para Centroamérica y el Caribe